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mercoledì 29 aprile 2009
martedì 28 aprile 2009
Cena popolare Oratorio Cuneo
via San Giovanni Bosco 21 12100 Cuneo
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info@salecuneo.it
lki
Kitambo Music Festival
Sabato 16 maggio all’oratorio don Bosco di Casale un concorso musicale a favore del progetto “Un attimo per il Congo”
Con questo obiettivo nasce il “Kitambo Music Festival” un evento pensato, voluto e organizzato dall’Oratorio don Bosco del Valentino di Casale Monferrato, con il Patrocinio del Comune di Casale Monferrato ed in collaborazione con il Movimento Giovanile Salesiano del Piemonte e della Valle d’Aosta. La manifestazione musicale si svolgerà
sabato 16 maggio
al Mercato Pavia, in piazza Castello, a Casale,
dalle ore 14 alle ore 24
Il programma prevede la partecipazione di 10 gruppi musicali in una non stop che intende non solo coinvolgere le band, ma soprattutto attirare l’attenzione del pubblico sulla situazione di emergenza della Repubblica Democratica del Congo e raccogliere fondi a favore della missione salesiana “Centro Don Bosco Ngangi” a Goma che opera in questo paese africano con bambini e ragazzi in difficoltà.
Contestualmente alla rassegna musicale presso il salone Tartara del Mercato Pavia sarà allestita una mostra missionaria sui diritti umani e sull’emergenza Goma (Congo) e saranno presenti inoltre banchetti informativi delle associazioni umanitarie e di volontariato di Casale e dell’Ispettoria Salesiana.
Il concorso musicale che avrà la presenza di una giuria qualificata, tra cui il conduttore radiofonico e giornalista Andre a Prevignano di Radio Deejay, prevede inoltre l’esibizione e l’intervista dell’ospite dell’evento, il noto cantante Niccolò Fabi, e la presentazione del progetto missionario su Goma con un video e con la testimonianza diretta di due volontari del VIS che hanno vissuto in prima persona l’emergenza sul posto.
Presentatore della serata sarà Egidio Carlomagno.
L’ingresso alla manifestazione avrà il costo di 5 €. L’intero ricavato della giornata sarà devoluto al progetto “Un Attimo per il Congo” che ha lo scopo di far giungere i fondi al Centro Don Bosco di Goma, e sostenerli nell’opera di prima accoglienza fornita dai volontari alle migliaia di profughi, orfani e sfollati che si rifugiano nella missione salesiana.
Per informazioni: Oratorio don Bosco – Corso Valentino 66 – 15033 Casale Monferrato
domenica 26 aprile 2009
sabato 25 aprile 2009
SAPIENTIAM DEDIT ILLI
Città adottiva di Don Bosco, Torino conclude la giornata del 25 aprile, festa della Liberazione e festa del Grazie della Famiglia Salesiana, con un concerto celebrativo dei 150 anni di fondazione della Congregazione Salesiana presso l’Auditorium RAI. Tra le autorità religiose sono presenti : monsignor Martinacci, in sostituzione del Cardinale Arcivescovo,don Pascual Chavez, Rettor Maggiore dei Salesiani, con il Vicario, don Bregolin, l’Ispettore, don Stefano Martoglio, don Sergio Pellini, delegato della Famiglia Salesiana per il Piemonte e
Sono presenti inoltre assessori dei Comuni di Cuneo, Foglizzo, Lombriasco e rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri e dell’Esercito.
Il pubblico è costituito dai componenti di tutti i gruppi, religiosi e laici, della Famiglia Salesiana operanti in Piemonte. Numerosi i confratelli salesiani che celebrano il giubileo di professione o del sacerdozio: dai
150° - Concerto, Torino |
Partita da Valdocco l'insigne reliquia di don Bosco
Fotogallery Urna nuova |
Valdocco 150 anni, festa con Pascual Chavez
Ma ascoltiamo le sue parole:
Omelia - in MP3
Omelia - in PDF
Audio 1
Audio 2
Intervista a don Chavez
I giovani al centro
a Maria Ausiliatrice per i 150 anni della Congregazione
L´orgoglio di don Pellini: "Uno stile fatto di cultura e lavoro"
adfasdf
"Il nostro modello? Amicizia, capacità di ascoltare, fede.
Le accuse di Onfray ci hanno ferito"
Millecinquecento religiosi a Torino e provincia, un esercito che non è stato risparmiato dalla crisi delle vocazioni «ma che certamente è fatto da uomini e donne di qualità». I salesiani celebrano oggi a Valdocco i 150 anni di fondazione dell´ordine con la presenza del rettor maggiore Pascual Chavez Villanueva, in questi giorni in visita a Torino. L´ordine venne fondato il 18 dicembre 1859. Le celebrazioni di questi giorni sono l´occasione per riflettere sul ruolo di una congregazione che da più di un secolo è tra i protagonisti della vita della città. Don Sergio Pellini è il vice ispettore, il numero due dei salesiani torinesi.
Don Pellini, qual è oggi la missione dei salesiani a Torino?
«È, ovviamente aggiornata ai tempi, quella di sempre: puntare sulla formazione dei giovani per promuovere un sistema educativo applicato nelle scuole, negli oratori, nei centri di formazione professionale, divulgato attraverso case editrici come la Ldc e la Sei, attraverso mezzi di comunicazione come le radio e le tv».
Qual è l´essenza del vostro metodo educativo?
«Il nostro è innanzitutto uno stile. Fatto di amicizia, della capacità di ascoltare i giovani, della convinzione, che animò don Bosco, che attraverso l´educazione e l´apprendimento di un mestiere si riesce a dare ai ragazzi uno stile di vita, delle regole, una capacità di credere, una fede. I primi ragazzi riuniti da don Bosco nell´oratorio erano ragazzi poveri, che avevano storie difficili alle spalle, per i quali imparare un mestiere poteva essere la strada verso un riscatto non solo sociale ma anche morale». Storicamente le scuole professionali dei salesiani torinesi sono servite a preparare le aristocrazie operaie della grande industria».
Oggi qual è il legame tra la vostra congregazione e le aziende?
«Ha continuato ad essere molto forte. Proprio in questi giorni viene inaugurato a Chatillon un centro di formazione realizzato in collaborazione con la Fiat per avviare i ragazzi all´uso dei nuovi macchinari che vengono introdotti sulle linee di montaggio. Questo non avviene solo con le aziende metalmeccaniche ma anche con società che operano in altri settori come quello della grafica».
La vostra non è solo una formazione tecnica ma anche culturale. Nel corso del Novecento nelle vostre scuole si è formato il nocciolo duro mdei capisquadra della Fiat. Oggi quali valori trasmettete ai loro eredi?
«Il nostro obiettivo è certamente quello di formare dei bravi professionisti ma soprattutto di formare degli uomini. Il fatto che la persona sia al centro del nostro insegnamento è in linea con il nuovo modo di concepire i rapporti tra dipendenti sui luoghi di lavoro. In questo, forse, siamo stati degli anticipatori».
Recentemente il filosofo Michel Onfray ha espresso, proprio a Torino, un duro giudizio sui salesiani che ha conosciuto da bambino in morfanotrofio. Esistono ancora i convitti-caserma cui faceva riferimento Onfray?
«Ho letto quell´intervista e confesso che sono rimasto ferito da quei giudizi. Certo, tutti siamo perfettibili e anche noi salesiani possiamo aver commesso degli errori. Devo dire che non è facile governare istituti come gli orfanotrofi dove i ragazzi non arrivano certo per loro volontà ma per condizioni familiari difficili. In ogni caso mi sembra che Onfray parli di situazioni che in Italia non ci sono più da tempo. In Piemonte abbiamo un solo convitto, a Lombriasco, in cui i ragazzi vivono per lunghi periodi. Oggi il problema non è quello di avere una disciplina rigida. Chiedere il rispetto di alcune regole può diventare un elemento importante per l´educazione dei ragazzi».
venerdì 24 aprile 2009
Don Pascual Chávez Villanueva cittadino braidese
Fotogallery |
25 Aprile, Ispettoria in festa
In programma la Santa Messa, alle ore 10 nella Basilica di Maria Ausiliatrice, presieduta dal Rettor Maggiore don Pascual Chavez.
Nel pomeriggio, alle 16.30, il concerto a ingresso libero «Sapientiam dedit illi», all’Auditorium Rai.
Gli eventi saranno trasmessi in diretta tv su Telepace a cura di «Missioni don Bosco-media center» e, in stream, su www.missionidonbosco.tv.
Sentiamo il Vicario Ispettoriale dei salesiani per il Piemonte e la Valle d'Aosta, don Sergio Pellini
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In occasione della ricorrenza del 150esimo anniversario della Congregazione Salesiana, ricordiamo l'attività della Federazione Servizi civili e sociali (Scs) nata nel 1993, sotto l'impulso del Centro nazionale opere salesiane. Oggi, attraverso i propri soci federati, conta 26 case famiglia o comunità residenziali per minori, 30 centri diurni, 15 strutture per giovani con problemi di dipendenze e, grazie all'impegno quotidiano di circa 5 mila operatori tra soci e volontari, riesce ad accogliere ogni giorno migliaia di ragazzi in condizioni di disagio ed emarginazione sociale su tutto il territorio nazionale, a creare per loro percorsi educativi e formativi, a migliorarne, per quanto possibile, le condizioni di vita.
Sentiamo il Presidente, don Domenico Ricca - Audio
Quali sono le vostre priorità oggi nei confronti dei ragazzi? - Audio
Don Ricca, il suo augurio per il futuro - Audio
martedì 21 aprile 2009
lunedì 20 aprile 2009
venerdì 17 aprile 2009
giovedì 16 aprile 2009
CARTEGGIO DI SAN GIOVANNI BOSCO
Torino, 15 aprile 2009
21 lettere autografe ed un biglietto scritto a pochi giorni dalla morte
TRA I TESORI DELLA BIBLIOTECA STORICA DELLA PROVINCIA DI TORINO
UN CARTEGGIO DI SAN GIOVANNI BOSCO DEL PERIODO 1856-1888
Domani il Presidente Saitta accoglierà a Palazzo Cisterna
il Rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice
e gli mostrerà le lettere conservate nella Biblioteca.
Si ringrazia Telesubalpina per la disposizione del video.
mercoledì 15 aprile 2009
martedì 14 aprile 2009
50 anni di Salesiani al 'Cristo'
Con il progetto “Storia di Storie”, i Salesiani operanti al Cristo in Alessandria festeggiano nel corso del 2009 il 50° anniversario della propria presenza. Una presenza, presso la sede di corso Acqui 398 e con la Parrocchia San Giuseppe Artigiano, che si è concretizzata in tutti questi anni in un’azione certamente “pastorale”, ma anche di grande valenza educativa e di promozione sociale. Fonte: http://www.inalessandria.it/articolo.asp?Id=16764 |
lunedì 13 aprile 2009
martedì 7 aprile 2009
FAMIGLIA SALESIANA: una forza al servizio della Chiesa
E quel giovane prete astigiano aveva rischiato di essere considerato pazzo, quando diceva di vedere, nel posto da lupi che era Valdocco, cortili pieni di gioventù e una grande chiesa. Ma lui li vedeva davvero, nei suoi sogni, con la stessa concretezza con cui oggi i Torinesi li toccano con mano. E con la stessa chiarezza vedeva i suoi futuri Salesiani avventurarsi nelle pianure della Patagonia ed arrampicarsi sulle Ande. Il piccolo prete sarebbe diventato un grande santo, continuando ad essere semplicemente ed affettuosamente, per tutti, Don Bosco.